Clemente Fagioli

Clemente Fagioli e Giovanni Bianchi

Questa volta il presidente Spagnoli si rese conto non solo che il maestro era indispensabile, ma che doveva essere regolarmente retribuito. Perciò chiese, secondo Statuto, una raccolta di adesioni (pare 99), portanti l’obbligazione di lire dodici annue (una lira al mese) per un intero triennio, cominciando dal giorno della nomina del maestro. Ma il numero delle firme raccolte non era sufficiente “a procurare uno stipendio proporzionato all’abilità che si desidera abbia l’istruttore”. Perciò, niente da fare, e allora fu crisi nera, con richiesta al Comune perché prendesse la banda sotto la sua tutela. Passarono diversi anni di crisi e venne eletto presidente il conte Ugolino della Gherardesca. lI 5 agosto fu eletto istruttore della banda il giovane Clemente Fagioli, “Fagiolino”, e, per le “uscite”, cioè nelle esibizioni all’aperto, Giovanni Bianchi, entrambi suonatori di clarinetto. In pratica si decise di fare a meno del maestro istruttore e di sostituirlo con quel giovane Fagioli, ricompensadolo con lire 168 (14 al mese). Di fronte a una spesa così esigua, unanimità quasi assoluta: 33 voti favorevoli e 4 contrari. Ma speranze e resultanze si ritrovarono agli antipodi e il 15 novembre il Presidente  Luigi Merlini (fra l’altro sindaco del Comune) propose di prendere un nuovo maestro, ricompensandolo con £. 100 al mese. I castagnetani così capirono che bisognava mettere le mani in tasca e si ebbe una nuova unanimità: 29 voti favorevoli e due soli contrari. Il Fagioli e il Bianchi allora rientrarono con onestà nei ranghi bandistici.