Federigo Galluzzi dal 22 novembre 1863 al 24 maggio 1893
Questa volta al bando di concorso presentarono regolare domanda in tre: Federigo Galluzzi, di Montepulciano, il volterrano Pietro Belloni e Giovanni Manetti, castagnetano ribattezzato “Sforzavedove”, cantante solista e suonatore di flauto. Il 22 novembre 1863 venne scelto Federigo Galluzzi di Montepulciano, il quale propose, per la banda, anche il fratello Giuseppe e l’altro compaesano Pietro Becherini. Iniziava così il regno di Galluzzi, che si protrarrà per 30 anni. In un lasso di tempo così lungo, accaddero vari avvenimenti importanti: fu inaugurato il “Teatro di Castagneto” e iniziò la travolgente e redditizia serie di stagioni di ballo; la Filarmonica diventò “comunale” e venne redatto un nuovo regolamento; comparvero nomi nuovi nell’organico bandistico e nei ruoli direttivi e amministrativi della società; la figura del presidente, sul piano pratico, fu sempre più confusa e sopravanzata da quella del direttore (che non era un direttore di banda, ma qualcosa di più e di diverso di un semplice presidente di rappresentanza). La banda compì trasferte a Bolgheri (con cena in fattoria e baldorie notturne), a Sassetta, a Cecina. a Campiglia, a Volterra, a San Vincenzo, a Roma e a Pisa. Nel 1890 nacque a Castagneto una seconda fanfara, chiamata “G. Garibaldi”, ma sorsero anche degli screzi, perché direttore di questa seconda filarmonica era il figlio del Galluzzi, Alfredo. Per fortuna tale fanfara si sciolse l’anno successivo, levando tutti dalle ambasce. La banda chiese inutilmente al Comune di prendere il nome di “Regina Margherita” e, chissà per quale malizioso accostamento, venne fatto socio onorario anche il “prof. Senatore Giosué Carducci”, Il 24 maggio 1893 venne annunziato in consiglio “il grave infortunio da cui è stata colpita la Filarmonica colla morte del suo valente ed amatissimo Maestro Istruttore Sig. Federigo Galluzzi, avvenuta improvvisamente questa mattina circa le ore 8 1/4. Egli nei trent’anni che è rimasto tra noi ha sempre saputo colle sue rare doti di mente e di cuore mantenersi vivo l’affetto del paese cui diè decoro e lustro col far primeggiare il Corpo musicale fra quelli dei paesi limitrofi-.